L'autunno
Con l’inizio di settembre, finita la stagione balneare e con la partenza degli amici “vacanzieri”, la vita “mondana” si affievoliva e il pensiero, purtroppo, ricadeva sulla scuola; ma era, fortunatamente, iniziata l’attività calcistica: sia quella giocata in prima persona (inizialmente nell’U.S. Castagneto e poi nell’A.C. Bolgheri), sia quella della propria squadra del cuore... erano arrivati gli anni d’oro della Juve (dal 1994 al 2006) ed il bar “Black&White” si riempiva di assidui tifosi, pseudo tifosi, “gufi” e degli eterni rivali interisti. La visione delle partite, inizialmente, avveniva nella sala più piccola, poi, ci fu il passaggio in quella grande con l’aggiunta del maxischermo; fu ideato anche un tesseramento (correva il campionato 1999/2000) riservato ai soli juventini (gli interisti, invece, rigorosamente nella saletta più piccola) con posti assegnati: la tessera numero “0” fu data a Paglioccolo, detto la Poiana, per il suo atteggiamento di “attento curioso”, ma considerato iettatore; appena arrivava lui, a partita iniziata, la Juve subiva un goal, con infamata generale da parte di tutti; ma l’atmosfera si surriscaldava ulteriormente all’arrivo di Brustone, “scappato” dal ristorante da “Ugo” che, come al solito, nelle partite di meno resa da parte dei suoi beniamini del tempo, incominciava a inveire contro Zizou Zidane, soprannominato da lui “il Pascolatore” e contro Alex Del Piero, “la Sposa”. Rimaneva, però, riservato in prima fila, un posto esclusivo e unico per l’esperto intenditore calcistico Ilio der Cini, sfegatato tifoso del Livorno (la sua città natia) e della Fiorentina (la squadra del cuore), sempre pronto a prendersela con telecronisti, reclami televisive e con tutti quelli intorno a lui che parlavano a sproposito; poi, quando qualcuno gli poneva la rituale domanda:
- Ilio, per chi sei oggi?
Lui, da buon intenditore, gli replicava:
- Per... il bel... ca... calcio!
Ma la sua attenzione sulla partita durava ben poco perché, in breve tempo, si addormentava fino a quando le grida per un goal, o per un’azione pericolosa, lo facevano sobbalzare e domandare:
- Qua, qua... quanto stanno?! O, o... coso, chi... chi... ha... marcato!?
Ma ad un tratto, se la partita non gli piaceva, usciva di sala posizionandosi ad un tavolino all’ingresso del Bar per gustarsi l’immancabile “cappuccino” e per leggere i suoi due giornali preferiti: Il Corriere dello Sport e la Gazzetta; lettura che aveva già iniziato di prima mattina sottolineando con un pennarello, in maniera “maniacale e precisa”, tutti gli articoli più interessanti.
Per alcuni anni, però, l’inizio di settembre fu animato dal “Caleidoscopio”: per diverse volte abbiamo avuto la fortuna di ospitare ragazzi provenienti da tutta Europa, o meglio... ragazze! Questa era la tattica: fortunatamente riuscivo a sapere in anticipo, grazie a mio babbo Dino, che era l’organizzatore, quale fossero le scuole partecipanti; ognuna di queste spediva delle schede personali dei ragazzi, foto incluse (una manna dal cielo!). Così, dopo un consulto tra gli amici e facendo un po’ di pressione su mio babbo, si riusciva a tenere le ragazze più carine a Castagneto, mandando invece, quelle di “serie B”, a Donoratico... naturalmente insieme a qualche maschio. La manifestazione iniziava, di sera, con la classica sfilata di tutte le scuole di musica per il "Borgo" fino in Piazza "Del Popolo" con finestre e balconi addobbati di bandiere europee; e qui, dopo l'esecuzione di tutti gli inni nazionali che rappresentavano le scuole, le bandiere salivano sul pennone appositamente situato in Piazza sulle note dell'Inno al Sole del compositore livornese Pietro Mascagni: momento prima suggestivo e di silenzio... poi l'ovazione dei giovani musicisti europei e del pubblico.
La prima edizione (correva l’anno 1995), non me la posso scordare: in casa, come ospiti, avevo due “coriste” danesine, mentre a mangiare anche sei olandesine di un corpo di ballo; tuttavia anche il Pero, Spank e il Prof. si trattarono bene nelle scelte. Fu una piacevole settimana, indimenticabile... oltretutto, tornando in tema di pallone, la Juve, dopo tanti anni di delusioni, tornò a debuttare in Coppa dei Campioni vincendo 3-1 in casa del Borussia Dortmunt con goal stratosferico di Alex Del Piero: io e il Pero si guardò la partita a notte fonda registrata in VHS... per una volta avevamo dato la precedenza alla "donne"! Nel “Borgo”, una sera, numerose danesine (un coro costituito da sole ragazze) - se ne salvarono pochissime - presero una solenne sbronza a forza di bere Sambuca e Strega: ci volle l’intervento di ben due dottori tra la disperazione degli insegnanti e di mio babbo Dino.
La manifestazione si concludeva sempre il sabato sera nel teatro-tenda, appositamente allestito nel Piazzale “Etrusco”. Una grande orchestra formata dagli strumentisti ospiti e locali, con il coinvolgimento di un cantante per nazione e del pubblico, eseguiva al finale la canzone Hey Ma!, di Gino Paoli e Zucchero Fornaciari, che divenne negli anni la "sigla" di "Caleidoscopio". Purtroppo, dopo questo concerto finale con tutte le scuole di musica partecipanti, e assistito allo spettacolo pirotecnico, avveniva il triste momento dell’addio; oltre a noi ragazzotti, anche il dispiaciuto Paolone si piazzava davanti alle porte dei pullman: finché non le aveva baciate tutte - le ragazze si intende - non si scansava da lì!
Anche la seconda edizione del “Caleidoscopio” fu divertente: in quel periodo (correva l’anno 1996) ero militare a Chiavari, così, per non perdermi quella settimana tanto aspettata e bramata, mi ero lasciato alcuni giorni di licenza; fu l’anno delle inglesine e del pulmino “Ford” messo a disposizione dalla ditta Di Pietro... mi resi disponibile a fare da autista. Non ricordo bene il motivo, ma quell’anno, un gruppo di inglesine fu alloggiato all’allora Colonia Olivetti (oggi “Hotel Tombolo”). Una sera tentammo di “imbucarci” nell’alloggio per stare con queste ragazze, quando, all’entrata, ci fu una discussione con il custode, il Portoghese, che ci congedò con queste parole:
- Ragazzi, stasera pippe!
Durante quella settimana, precisamente il martedì mattina, ci fu chiesto di accompagnare le varie scuole partecipanti al "Caleidoscopio" presso l'"Acquapark" di Marina di Cecina: purtroppo la combinammo, inconsapevolmente, grossa!!! Guidando il pulmino, e facendo da apripista, una volta giunti al sottopassaggio che immette sul Viale di Marina, ci ricordammo, solo in quel frangente, che il pullman di una scuola che ci seguiva fosse a due piani: già quel tratto di strada sempre transitato di per sé e, per lo più, essendo anche martedì, giorno del mercato, il citato pullman "straniero" bloccò e paralizzò tutto il traffico tra le ira e gli insulti degli automobilisti coinvolti con i loro clacson "impazziti". Ci volle del tempo, grazie all'intervento di vigili e Carabinieri, per sbloccare il traffico e far fare retromarcia a quel mezzo...
A termine manifestazione arrivò anche il triste momento di riaccompagnare queste ragazze all’aeroporto di Firenze e, mentre i fratelloni Algido e Ruben nella nottata del sabato sera se ne andarono un po’ a riposare, io e il Pero si decise di far tutta una tirata con il patto che poi mi avrebbe fatto compagnia restando sveglio durante il viaggio. Ad un certo punto, però, sopraggiunse la stanchezza: allora decidemmo di coricarci... ma dove? Ebbi subito un’idea che poi si rivelò non del tutto brillante... sapevo che mia nonna, la quale abitava sopra il Bar “Black&White”, custodiva le chiavi di casa dell’appartamento accanto, libero in quella settimana. Entrai, così, silenziosamente in casa di mia nonna prendendo quelle chiavi e, insieme al Pero, incominciammo a “schiavicciare”... ma nulla... la porta di quell’appartamento non si voleva aprire! Lo stesso Pero, a quel punto, pensò bene di scagliarci anche qualche spallata... ma ancora nulla! Fu così, a malincuore, che dovemmo rinunciare... e decidemmo di andare a riposare qualche ora sul pulmino parcheggiandolo al “Campo Sportivo”. Arrivate le ore 6.00, una volata caricati tutti e partiti, il “capomacchina” Pero, non mantenendo la promessa, si addormentò insieme agli altri viaggiatori: Algido, Ruben e le inglesine. Morale della favola?! Solo qualche giorno dopo sono venuto a sapere che dentro quell’appartamento c’era una coppia che aveva preso in affittato la casa: fortuna per loro, o fortuna per noi... quella notte ebbero la brillante idea di mettere il paletto!
Anche la sesta edizione del “Caleidoscopio” (correva l’anno 2000) non fu proprio da buttar via: fu la volta delle lituane! Terminato il festival, io e Puti, in quattro e quattr’otto, si era già organizzato un viaggio “culturale”: l’Italia calcistica, nel mese di novembre, avrebbe dovuto giocare contro la Lituania; ci affrettammo, galvanizzati da questa notizia, a comprare i biglietti aerei ed a pianificare una settimana di vacanza che ci avrebbe permesso anche di andar a trovare le ragazze lituane conosciute per il “Caleidoscopio”; ma, a pochi giorni dalla partenza, un cambiamento di Puti sul lavoro e una mia variazione di un esame universitario fecero svanire i nostri “sogni di gloria”: fu una vera mazzata al cuore!
A proposito di aerei, fu una vera “odissea” la già citata trasferta di Sofia (correva l’anno 2000/01), in terra bulgara, con partenza di prima mattina da Castagneto, sotto un’insolita nevicata “dicembrina”, per raggiungere l’aeroporto di Pisa e apprendere che i voli erano momentaneamente sospesi. La situazione, fortunatamente, andò migliorando, però, per arrivare in “terra desiderata” ci fu suggerito di effettuare questo tragitto: imbarco su un volo diretto per Roma (il “nostro” con Alitalia “Pisa-Sofia” era stato annullato) per poi, da qui, volare fino a Vienna; ma, per compiere l’ultimo tratto “Vienna-Sofia”, fummo costretti a salire su un aereo “fantozziano” della linea bulgara “Balcan” perseguitati, inoltre, da turbolenze e vuoti d’aria impressionanti che ci accompagnarono per tutto il volo, specialmente, durante l’atterraggio con Puti che sudava come non mai dalla paura tra gli “sguardi” poco rassicuranti e pensierosi di tutti gli altri passeggeri: pure io non è che me la spassai troppo bene! Dopo l’atterraggio, con l’applauso finale rivolto al pilota, riuscimmo finalmente a mettere “piede” sul suolo bulgaro. Restando in tema di aerei e aeroporti, devo raccontare anche questo “simpatico” episodio (correva l’anno 2005), accadutomi allo scalo di Catania. Mi ero recato a Siracusa per ricevere un premio di un concorso riconosciutomi per un un libro: mi fu donata un statuetta “tipica siciliana” rivestita in oro che al momento della partenza, ingenuamente, avvolsi in un maglione adagiandola poi all’interno del mio bagaglio a mano al fine di conservarla meglio. Dovete sapere che la Sicilia è la regione, ancor oggi, più sottoposta al commercio illegale di reperti archeologici e, quindi, sono in vigore controlli ristretti; tuttavia, una volta fatto passare giacchetto, portafoglio, orologio e, infine, il bagaglio a mano sotto lo “scanner”... una poliziotta “furibonda” mi bloccò immediatamente. L'agente, “sfogliata” la statuetta da quel maglione, aprendomi lo zaino, esclamò:
- E questa...?!
Io, lì per lì, colto di sorpresa e intimorito cercai di giustificarmi:
- E' soltanto il mio premio!
Ci volle del tempo, tirando fuori documenti e incartamenti, per fagli capire che quella statuetta, prima di tutto, non era “antica” né tantomeno rubata, ma si trattava soltanto di un premio; poi un po’ alterato, dopo una lunga spiegazione, conclusi da buon toscano:
- Ma se avessi voluto trafugare la statuetta non l’avrei fatta passare proprio da qui...! Scemo sì...ma così sarebbe stato troppo!
Ma settembre, era anche il periodo delle "Chiocciole" e, soprattutto, della vendemmia, partecipando fin da piccolo a quella dei miei zii e, spesso, insieme a qualche amico, Pero in primis, per poi prendere parte al rituale pranzo. Ricordo che fino agli anni ’90, per le vie del paese, era ancora possibile sentire “l’aspro odor dei vini” transitando per il “Chiasso”, dopo la vendemmia fatta dal maestro Spagnoli, o presso la salitina “San Lorenzo”, nel “fondo” del Tosi. Ancora oggi, almeno un giorno, non si può farne a meno di partecipare. In serata, invece, se il tempo era consono grazie al temporale pomeridiano, si dava vita ad una scorribanda notturna alla ricerca di "Chiocciole": si partiva attrezzati di “balla”, con ritrovo al curvone delle “Casenòve”; Pero, Tripoli, Puti... i più assidui... e, pian piano, si attraversavano tutte le “costie” fino ad arrivare a quelle del Francalacci.
A proposito di “curve”, il mese di settembre (correvano gli anni dal 1983 al 1986) era anche periodo “rellistico”: grandi e piccini si riunivano, dopo cena, al curvone delle “Casenòve” per veder “provare” le macchine, quando ancora il rally attraversava Castagneto; erano i tempi delle Lancia Rally 037 con la mitica scritta rimasta a lungo impressa sul muro della curva: FORZA CHITI! Poi, negli gli anni successivi (dal 1990 al 1995), quando la corsa rallistica ebbe un nuovo percorso, ci fu lo spostamento di massa di tutti i ragazzi alla curva dei “Macelli” per la Via "di Sassetta”; ci si arrivava a piedi, con i motorini, mentre in macchina i primi patentati; si trascorrevano qui anche delle ore per sentire in lontananza un rombo che significava l’avvicinarsi di una macchina. Ma il divertimento di tutti i presenti stava nel fatto che c’era sempre qualcuno pronto ad animare la serata e a combinar qualcosa. Piteo, una volta, neo patentato, alla guida della sua Ford Escort, con a bordo Macario e Pacione, partì di paese a gran velocità per “pavoneggiarsi” davanti agli amici, quando, giunto alla curva dei “Macelli”, già insediata dal gruppo dei castagnetani, finì con due ruote in fossa; appena sceso della macchina, tra le risate dei presenti e la disperazione di lui, esclamò a tutti quanti:
- Ragazzi, mi raccomando non raccontatelo in paese!
Potete immaginarvi in quanto breve tempo la notizia fece il giro di Castagneto! Arrivava, finalmente, il giorno della gara: qualcuno seguiva tutte le varie “prove speciali”, altri, invece, si “accampavano” in uno dei numerosi tornanti tra Sassetta e Castagneto. Ci si appostò, una volta (correva l’anno 1993), presso la curva di “Bocca di Valle”, piena di castagnetani, suveretani, sassetani e venturinesi. Ad un certo punto un venturinese, nel buio, puntò la lampadina verso il gruppo dei castagnetani e Tripoli, senza pensarci due volte, tirò fuori di tasca cento lire scagliandole con forza contro... mirando proprio quella luce distante una quindicina di metri; come per miracolo, dopo un tintinnio di vetri, si vide spegnersi la lampadina: aveva colpito in pieno la torcia! Durante le lunghe attese del passaggio delle macchine, c’era sempre la presenza di qualche ragazzo “agitato”: il povero Pedro si “divincolava” tra la macchia vestito da “rambo” agitando contro di tutti il suo pennato! Ricordo anche alcune trasferte più lontane, come quella avvenuta alla volta di Massa Marittima (correva l’anno 1993) o Palagione (correva l’anno 1994) per un mondiale, dove partecipò un gruppo di castagnetani, che, appena arrivati, infilarono in una cantina a chiedere al contadino un po’ di vino; ma fu ancora una volta, l’onnipresente Tripoli, a dare spettacolo: causa annullamento di una prova speciale, incominciarono a transitare le macchine, naturalmente a velocità di “crociera”; a quel punto il giovane pensò bene, al passaggio di ogni vettura, di tirarsi giù i pantaloni.
L’apice, tuttavia, fu toccato durante il rally (correva l’anno 1993) che si svolse a Castagneto, con le macchine che giungevano da “Segalari” con destinazione Sassetta. Di prima mattina, con ancora buio pesto, ci si mise posizionati sul piccolo dosso dove inizia la discesa che porta in “Casavecchia”. Nell’attesa, però, qualcuno incominciò a lanciare qualche “giallone” che fece scattare l’ira del maresciallo:
Chi ha tirato lo schioppettino?! - esclamò nel buio il carabiniere. Nel silenzio generale, si sentì partire una pernacchia rivolta verso quello; quando fu giorno, però, il maresciallo tornò alla “carica”:
- Adesso vediamo dove sta il coraggioso!
Nessuno, naturalmente, proferì parola... fortunatamente iniziarono a passare le macchine e l’attenzione di quello fu rivolta al controllo della strada. In quella “prova speciale” ci furono anche alcuni incidenti: il giovane Mapo, che si era messo sul guard rail della curva del cimitero, allo sbandamento di una macchina che andò a picchiare proprio lì, fu costretto a buttarsi giù dall’argine; per fortuna nulla di grave... solo un po’ di spavento.
Una sera (correva l’anno 1996) ci fu anche la trasferta a Monteverdi, avvenuta dopo una cena di ritrovo, sotto un grande diluvio: si partii belli “arzilli”! Infine, in un’altra trasferta (correva l'anno 1997), in attesa dell’arrivo delle macchine, Davidana prese di mira il Pilo che all’epoca si era infatuato di una giovane castagnetana:
- Pilo...?! Ma l’hai vista? - domandava ironicamente Davidana all’amico.
Ma l’hai vista, sì o no?! - chiedeva ancora Davidana.
Come ’un capisci ’na sega! - gli ribadiva il Pilo.
Ma insomma l’hai vista o no?! - chiedeva ancora Davidana.
Te... nella vita... ’un ciai mai capito ’na sega! - gli replicava il Pilo.
E questa “storia” andò avanti per tutta la mattinata... un vero tormentone...
Sempre in settembre, e con l’inizio di ottobre, si entrava in “tema” di funghi e castagne: il più esperto era il Pero che aveva imparato dalla nonna Giustina, fin da piccolo, i punti migliori dove spuntavano i primi "Morecci"; mi ricordo, infatti, anche alcune giratine sul “Poggio del Moretti”, insieme allo stesso Pero, Tina, Puti ed al solito Tripoli ma, come sempre, c’era da stare in “allarme” perché qualcosa avrebbe sicuramente combinato. Le castagne, invece, quando non si andava a farle in gruppo, si potevano trovare al “Gallo Nero”: piccola “bettola”, situata nella “ruga” del Castello, proprietà del mastro Vage, anche se a quel tempo frequentata da ragazzi più grandicelli (Scate, Beccaccia, Franchino, Marchino i più assidui); naturalmente non mancava mai del buon vino insieme alle classiche “frugiate”.
Già dai primi mesi invernali, però, erano iniziate anche le lunghe serate (correvano gli anni dal 1991 al 1995) al “Cappellaccio”, “battezzando” subito, fin dai suoi primi giorni di vita - per la “gioia” della Sonia - i bei tavoli con alcuni graffi e scritte che, ancora oggi, si conservano in bella vista. Stavano prendendo vita anche le prime festicciole, inizialmente organizzate in qualche “fondo” o in case prese in affitto; feste che, purtroppo, finivano sempre in degenero con la classica squalifica da parte dei proprietari, come quella avvenuta in "Segalari" nella casa di Cigliata causa lancio di tartine sui muri appena imbiancati. Resta memorabile quella festa organizzata in una stupenda villa sempre a "Segalari", dove Tripoli prese di punta, in quella serata, l’amico Caco (all’epoca coppia fissa), appartatosi con una ragazza: con dei lenzuoli in capo, insieme ad altri ragazzotti, fece irruzione nella camera interrompendogli così l’atto sessuale:
Siamo lo spirito della trombata mozzata...! - esclamarono i ragazzi.
Ci fu, allora, un parapiglia generale: il Caco, infuriato, poiché “tradito” dall’amico, abbandonò la festa insieme alla sua “bella” amata.
Alcune domeniche pomeriggio, quando ancora non si era patentati, furono trascorse in discoteca alla “Barcaccina” di Vada, con trasferta in pullman. Appena patentati, invece, ci furono le prime uscite invernali discotecare sempre in “Barcaccina”, al “Sox” di Follonica, al “Ciucheba” di Castiglioncello, al “Sol Café” di Castellina M., e, ancor più lontane, come al “Pappafico” di Marina di Pisa per tornare, poi, in terra locale, al famoso “Cutennone” ("Fuorirotta") di Cecina... ogni fine settimana... fino alla nausea! Proprio al "Sox", peccato che in quella serata non fui presente (correva l'anno 2000), fu organizzata una bellissima festa per tutti i ragazzi frequentatori del Bar "Black&White"; naturalmente l'ideatori furono Bido e la Marescialla.
Durante queste uscite "discotecare" non mancarono alcuni "expluà": il Prof., una volta, sentendosi male, prese un’aspirina ma non trovando dell’acqua all’interno della discoteca pensò bene di mandarla giù con un bel bicchiere di coca-cola: passati cinque minuti iniziò a sentirsi male e, con un fuggi fuggi generale, si portò subito a letto. Ma del Prof. va raccontata pure questa: essendo barista al “Black&White”, in un’estate (correva l’anno 2004), dette vita ad una diatriba con i confinanti Filanciani di “Kronopios” (soprannominati così dal macellaio Ope). Il Prof. si divertiva ad annacquare con della varichina tutte le piante che avevano sull’uscio del negozio, facendo disperare uno dei due titolari che, giorno dopo giorno, vedeva i suoi fiori sempre di più rovinati; così, senza capacitarsene, esclamava ad amici e passanti la solita “riflessione”:
- Queste piante... avevano le gemme... e adesso non ci sono più...!
Ma con il tempo, forse per la spia di qualcuno, fu scoperto il “dilemma” e smascherato il suo artefice: il fatto suscitò un mare di polemiche che si protrassero a lungo.
Più grandicelli si incominciò anche a dar vita a cene infrasettimanali... naturalmente in assenza di amiche e fidanzate; cuoco ufficiale era Tina, quando riusciva a scappare da Pienza (SI), dove all’epoca lavorava, per far ritorno al suo paesello. Allo stesso Tina, però, gli facevano spesso visita gli amici, tra i quali Tripoli, Spank, Algido, Pero e altri. Una volta (correva l’anno 2005), in viaggio, mentre erano intenti a “godersi” la solita “fumenta”, tanto da “annebbiare” tutta la macchina, furono sorpassati e affiancati da una vettura all’interno della quale alcuni ragazzi gli mostrarono un cartello ironico: “PENSATE PIÙ ALLA TOPA!”. I castagnetani, a quel punto, colti nell'orgoglio - avendo veramente una ragazza in macchina (la Pila) - in fretta e furia prepararono simpaticamente la loro risposa e, affiancata nuovamente quella macchina, mostrarono il loro cartello: "CI SA...!!!"
Ma la “terra” di Tina, sulla via Bolgherese, è stata luogo di concitate “ribòtte”. Una volta, venne pure organizzata una cena a tema: “tutto ciccia”! Io, naturalmente, ero sempre la “pecora nera” della tavolata perché, non amando la carne al sangue, la ricuocevo a più non posso fino a farla diventare un “carbonello”, tra la disapprovazione di tutti e prendendomi la solita infamata. In quella serata fu servita una gran quantità di "tagliata"; così, mentre il sangue “sguazzugliava” nei piatti, tra la goduria degli amici, io mi cossi, fino all’impossibile, la mia parte spettante. Si racconta, però, che a ore insolite notturne, molti dovettero correre sul “vasone”... fui l’unico a salvarmi! Per una volta, ebbi la mia piccola rivincita personale. Queste cene erano momenti di ritrovo, dove, naturalmente, l’allegria saliva con il passare del tempo e con lo “stroncare” delle bottiglie... da qui in avanti avrei eliminato il “bianchino” per dar spazio, definitivamente, ad un vino rosso, corposo e assai strutturato. Ma, in queste occasioni, era anche il momento giusto per far saltare fuori qualche pettegolezzo paesano e, se qualcuno dei presenti aveva combinato qualcosa di nascosto, si cercava di farlo “cantare”: Chino, naturalmente, era sempre la vittima sacrificale! Qualsiasi cena, ovunque fosse organizzata, era un ottimo pretesto per stare insieme e ogni periodo dell’anno era più o meno adatto: primavera, estate autunno, inverno! Quella classica e tradizionale, come vedremo più avanti, si svolgeva per festeggiare il futuro anno entrante, “celebrata” per alcuni anni nei “fondi” di Tina a Castagneto, e poi presso la casa dei fratelloni Algido, Ruben e Saba con personaggi nuovi e sorprendenti. Sempre a casa di Tina, in un’estate (correva l’anno 2001), si organizzò pure una cenetta per festeggiare il mio compleanno e quello di Algido; l’immancabile Tripoli, in quella serata, pensò bene di “molestare” il cane di casa: “Pippo”! Restando in tema di animali va raccontata anche la simpatica storia di "Paco", il "Furetto" della Pila. La ragazza abitava nel "Borgo" a due passi dal Bar "Black&White" (correva l'anno), così, quando pronunciava la parola "gelato" al furbo e intelligente "Furetto", l'animale scendeva le scale di casa e si dirigeva dritto, dritto presso il bancone dei gelati del bar aspettando la sua solita razione giornaliera che gli veniva data tramite una palettina di plastica. Una volta, però, Paco volò dalla finestra retrostante del palazzo finendo in una chiostra piena di escrementi di "Piccione"; a quel punto, la Titti, presente alla scena, corse subito in soccorso del povero "Furetto" ma, per la furia, scivolò nel bel mezzo di quella chiostra: per la cronaca "Paco" non riporto neppure un graffio mentre la Titti, invece, ebbe bisogno di una bella doccia per ripulirsi; da quel giorno... gli amici presenti soprannominarono la Titti, per quel suo gesto eroico, "Super T".
C'è da dire che con Algido, per due anni (correvano gli anni 2009/2011), ci prendemmo la briga di gestire l'"Associazione per Castagneto" dando vita, a svariate iniziative, come il consueto pranzo di "Castagneto a Tavola". Tra gli eventi più bizzarri, invece, ricordo un carnevale svoltosi presso la "Sala dei Molini" dove Luca der Falleni pensò bene di invitare alcune "drag queen"; fu lo stesso Luca nelle estati di fine anni Novanta ad animare il "Borgo" con varie iniziative canore e dando vita, in Piazza "del Popolo", al suo spettacolo dal titolo "Zerolandia"; un susseguirsi di canzoni di Renato e, dove, ad ogni canzone lo stesso Luca cambiava abito: fu un grande successo!
In inverno, però, poteva rispuntare la “voglia” del mare, naturalmente per la pesca ("Seppie" e "Totani"), attività sportiva già iniziata dal mese di ottobre con Tripoli che si presentava a “totanare”, attrezzato di lenza e “pesciolino finto” , pagaiando seduto su di una tavola da surf, mentre, altre volte, si degnava di montare con noi altri ragazzotti su un pattino che si teneva “ormeggiato” sulla spiaggia del “Cantiere”. Proprio a riguardo del mare, tuttavia, devo raccontare anche questi due “unici” episodi che potevano capitare solo al sottoscritto: una volta, infatti, mentre si stava spingendo il pattino in mare per iniziare la pesca, in una splendida mattinata di ottobre, mi sentii pizzicare sotto ad un piede e, con grande stupore vidi “penzolare” un ago in bella vista (fortunatamente già vecchio), ma la paura fu talmente tanta da correre immediatamente dal dottore per iniziare una serie di vaccini (antitetanica, epatite ecc.). Il secondo episodio, invece, è il seguente: era il periodo che vivevo a Milano (correva l’anno 2008) e, ogni fine settimana, specialmente nel periodo estivo, partivo in macchina alle ore sei, di sabato mattina, per essere presente sulla spiaggia alle nove, senza passare neppure da casa. Una volta, parcheggiata la macchina presso il bagno “La Tana del Pirata”, mi addentrai sui “montini” che conducono alla “spiaggia libera” fino a quando, calpestando un “fraschetta” posizionata nel mezzo al viottolo, sentii muovere qualcosa sotto il piede: saltai d’istinto in aria, ma, nell’istante, fui pizzicato proprio sul tendine d’Achille; tuttavia nello slancio riuscii a girarmi e vedere, con mio stupore, un serpente dal colore “verdastro”... si trattava fortunatamente solo di un “Biacco”. Io ho - ed ho sempre avuto - il vizio di camminare a testa bassa ma proprio in quella mattina la mia testa era dritta a fissare il mare; tutto sta che quel serpentello - “colpendomi” - mi lasciò due bei puntolini sulla pelle che, strizzandoli, mi fecero subito sangue... anche in questo caso... via di corsa dal dottore a farsi segnare degli antibiotici.
Sempre sul finire del mese, durante una famosa "ottobrata" (correva l'anno 2005), io e Ruben ci avventurammo con un pedalò, dalle pessime condizioni, abbandonato sulla spiaggia del "Forte" e, nonostante il precario equilibrio del natante che stava imbarcando acqua, riuscimmo ugualmente a rintracciare il residuo bellico dello "Zatterone" buttandoci in mare per scattare alcune foto subacquee. Quelli sì che erano bei tempi: spensieratezza e tanta incoscienza! Per "cronaca storica" si tratta di un relitto, una chiatta da trasporto tedesca, che giace su un basso fondale di 2 metri circa, a 150 m. dalla riva. Voci locali narrano che l'imbarcazione, dopo essersi arrenata, fu bombardata per giorni dagli americani; oggi il relitto è quasi del tutto insabbiato, eccetto alcune parti ancora visibili. In molti l'estate, per curiosità, lo cercano "disperatamente" ma in pochissimi riescono ad individuarlo!!!
Ma ritornando a parlare di serpenti va raccontata pure questa: Macario è sempre stato un amante di animali tanto che, da piccolo, in prima elementare (correva l'anno 1981), liberò in casa una "Vipera" che teneva in un barattolo di vetro; il rettile non si fece vedere per alcuni giorni ma, poi, fu ritrovato morto dallo stesso Macario sotto un armadio. Ebbe, purtroppo, peggior sfortuna Aise che in un agosto (correva l'anno 2023) recandosi a raccogliere delle "More" nel bosco fu pizzicato da una bella "Viperina"; ma qui la doppia beffa: il ragazzo, infatti, non si accorse sul subito di essere stato morso dalla "Vipera" e, una volta avuto i primi malori, corse in ospedale per capire le causa di questo malessere; purtroppo non gli venne riscontrato il morso da "Vipera". Morale della favola... soltanto dopo alcuni giorni fu curato per la vera causa con il ragazzo già "moribondo"... insomma ci mise delle settimane per tornare in forma!


La prima tessera per assistere alle partite al Bar "Black&White"


Settembre 1995 - " Caleidoscopio": l'olandesine e le danesine


Settembre 1996 - " Caleidoscopio": l'inglesine





Settembre 2000 - "Caleidoscopio": le lituane




Novembre 2006 - A Siracusa con la statuetta "incriminata"
Settembre 2006 - La vendemmia in "Cerreta"



Settembre1993 - Gruppo rallistico nel giorno del volo di Mapo
Ottobre 1994 - Rally "Sanremo" al Palagione
Aprile 1996 - Rally "D'Elba": una prova notturna a Monteverdi
Aprile 1995 - Una sera al "Cappellaccio"


Gennaio 2000 - Serata "Black&White" al "Sox" di Follonica


Luglio 2001 - Doppio compleanno a casa di Tina


2001 - Tripoli con "Pippo" il cane di Tina


Settembre 1998 - Luca canta in "Borgo" Febbraio 2011 - "Sala dei Molini": Carnevale con le Drag queen



2001 - Il furetto "Paco" con la sua padrona sul Piazzale
Aprile 2009 - "Castagneto a Tavola" con i piatti tipici: "Zuppa Castagnetana" e" Testina di Cinghiale" (immagini varie dei volontari dell'Associazione per Castagneto)







1997 - Durante un rally
2003 - In un tardo pomeriggio di mare sulla deserta spiaggia del "Cantiere"





Lo "Zatterone"












